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I Racconti Del Vinile Infranto

by Domasan Dj2Phast

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1.
2.
LA GROTTA DEL DRAGO BLU Ci siamo persi tra siepi piene di serpi pioggia, tuoni e lampi/ luce in brevi spazi cantiamo versi/ tra spine che bruciano i sensi graffi, urti e crampi/ incuranti degli strappi se ti aggrappi ai riflessi occhi in frantumi sugli specchi/ sguardi perplessi meglio che ti attrezzi il viaggio è lungo ed i giorni sono freddi trappole tra i piedi/ corde/ lacci fossi intralciano passi/ in lotta come cani tra gli ossi manicomi/ fanno la fila per entrarci/ pur di trovare rifugi mani come antenne in cerca di appigli tra i ghiacci manipolando immagini attraverso allucinogeni vedi/ draghi sputati fuori da laghi ascolti/ grida provenire da gole e crepacci/ ricordi vaghi le forme assumono troppi aspetti/ troppo complessi intrecciati come stragi stregoni esperti agitano spettri che uso fare delle proprie arti? non distrarti/ potresti disfarti facile abbandonarsi alla rabbia/ contrapporsi agli altri colpi su colpi su corpi inerti allo scopo di importi artigli come arpioni prendono al cuore come infarti arterie ed articolazioni stanno per disintegrarsi. Ci siamo persi/ tra monti e campi deserti menti formate a stampi/ il cielo visto a sprazzi cantiamo versi/ tra muri che si alzano immensi volti sporchi e stanchi/ prima che il cuore scoppi è il momento di raddoppiare i propri sforzi troppi maestri dai quali è bene sottrarsi immersi nel fango e i giorni sono caldi ora si che si rischia di perdersi in oasi/ avere miraggi prendere abbagli/ sconfitti dagli sbadigli conflitti tramandati tra padri e figli scorpioni e serpenti a sonagli corpi arsi dalla sete stanno per disidratarsi/ indecisi sul da farsi polveri all’amianto trasportate da venti respiri incerti/ lamenti per attrarci lamiere riflettono suoni assordanti tra le macerie svettano bandiere a stracci sventolano bandiere a scacchi dopo il traguardo si avventano falchi/ svuotano teschi piove cemento a blocchi/ respinti a calci infondi vita in ciò che scrivi grovigli di nastri/ frammenti di astri superando foreste di rovi/ troveremo gemme tra rovine labirinti e incastri/ scogli emersi dimmi com’è quando ti svegli signori/ abbiate cura di voi stessi.
3.
LA SPADA CHE TAGLIA LE ILLUSIONI Le frasi escono fuori a caso/ sono tempi di crisi gambe bloccate tra i campi di riso/ cervello occupato da intrusi crampi ai polpacci/ abiti a stracci/ abbracci confusi lampi nel cielo/ pupazzi/ pagliacci/ luce per gli illusi in questo business di appaltatori di paradisi ampi spazi tra le mani/ coltivano pidocchi fabbricano esseri umani già provvisti di paraocchi/ il manuale dei trucchi quintali di pacchi mandati via posta/ la felicità in due schiocchi di frusta maestri di scacchi venduti all’asta/ preti distratti privati dell’ostia una cena a base di aragosta buttata via dalla finestra penso a ciò che mi interessa/ compilo una lista ma la carta resta vuota/ ho altro che mi gira per la testa pensieri distorti/ percorsi contorti/ terreno impraticabile luoghi deserti/ senza conforti/ veleno implacabile freddo/ fango/ fame insaziabile giacchio/ sabbia/ temperatura instabile per il momento sono stanco/ sbando/ scanso macigni canto/ mando braccia al largo in cerca di appigli guardo imbrogli/ traccio segni/ straccio fogli prendo impegni/ taglio legni/ scaglio pugni cerco ciò che insegni/ inseguo spiragli in una sala polverosa spegni tutto ce ne andiamo a casa/ ma come avrai capito la cosa è rischiosa la giornata è afosa/ la folla è confusa/ la colla è già esplosa la testa non riposa/ vibra come una molla tesa molla la presa/ correggi l’intenzione sotto l’influsso di sortilegi a ripetizione brutti presagi/ flusso in dispersione troppi messaggi ci hanno messo in agitazione privilegi/ lussi/ vengono in cerca di benedizione azione/ passione/ vibrazione/ illusione.
4.
MIRAGGI SULLA VIA DELLA MUFFA Questi sono i giorni in cui la terra trema la testa rimbalza/ l’umore si sbalza la vista si sdoppia/ l’udito mi scoppia ma per il resto non c’è problema non serve nascondersi dietro un capello come pidocchi un cappio al collo/ rullo compressore sul midollo sulla pelle segni come marche da bollo/ il sangue ribolle continuiamo comunque a giocare a due tocchi senza trucchi/ senza inganni/ corse senza affanni rimorsi di trent’anni/ morsi dai malanni/ riflessi sugli specchi infranti nell’incontro con un attaccapanni le ginocchia tremano/ la colonna vertebrale scricchiola incontreremo trabocchetti e trappole a grappoli/ aggrappati a granchi e seppie/ a grandi scogli/ a fogli e penne affondi inerme/ affronti inverni inferni che ti squagli e mangi vermi lanci allarmi/ saltano nervi/ spingi brogli/ crescono servi/ serpi esche per i pescecani/ mosche intorno a manichini/ manicomi strizzacervelli a mani colme/ caimani cani mai sazi/ mai forti/ ormai vivi tra gli ozi/ tra gli orti travolti dal destino e le sue sorti tramortiti/ trafitti/ fatti a fette/ petti da infarti spazi stretti per imboscarti tagliagole/ sega arti/ spaccaossa seppelliti e poi risorti dalla fossa/ dalla morsa dalla corsa all’oro/ dalla farsa dalla forza che si forma dal respiro che si calma/ e il cuore batte nella norma.
5.
L’ULTIMA TENTAZIONE DI NASAMOD Sono casi gravi/ vago dentro casa senza meta tasto le pareti in cerca di una via di uscita premo tasti a caso sul telecomando ma non c’è risposta e questa poltrona va allo sbando compilo il bando di concorso ma non ricordo più per cosa forse accordatore di cornamusa esperto di alfabeto morse via internet o addetto alle corse dei bigfoot in Tibet chi a detto che…..?/ comunque quassù si gela e mi hanno rubato la pila ed i calzoni di tela mi metto in fila per portare le mie canzoni a Sanremo ma dopo un po’ mi dicono che qui non c’è gremo sale lo sconforto/ freno di fronte allo scomparto dei surgelati affianco ai groove già usati ed alle scatole di porto faccio scorta per un mese/ scarto contratti con le imprese percorro percorsi contorti attraverso il paese prenoto notti in un hotel ma qui si nutrono solo con noci di cocco e cocktail scendo al piano bar/ mi informo sulla musica/ mi dicono: Cazzo!!! stiamo messi ben peggio di quanto pensassi e per raggiungere i cessi/ bisogna camminare in equilibrio sulle assi inoltre a breve trasmetteranno la messa via mms no grazie! preferisco il corso di danza del ventre sulle punesse mentre intanto tutto è sommerso da glassa e melassa ogm sono scoppiate le dispense/ è andato in tilt il portatile ibm sono ancora in tempo per uscire indenne uso come liane i cavi delle antenne trovo le chiavi di una cassetta di sicurezza sula parabrezza di un’auto mi muovo con destrezza tra imprenditori in stato di ebbrezza e virtuosi del flauto mi lascio alle spalle una coppia di sposi/ un gruppo di tifosi mafiosi impegnati in lavori faticosi rappresentanti di stereo difettosi/ pescatori di triglia venditori di cimeli della grande muraglia salpo con la prima nave per Barranquilla metto su vinili nel dormiveglia.
6.
ASTRONAUTI SOTTERRANEI Ne conosco tanti/ arrivano piangenti come di fronte a tangenti per risparmiare un euro si presentano come santi/ e dopo pochi istanti capisci che sono da rinchiudere in una neuro il denaro li ha fatti diventare matti/ la mancanza di oggetti li rende oppressi muovono la testa a scatti/ inseguono i loro interessi / per il resto sono distratti si nutrono di scarti/ parlano per escrementi gioiscono con gli incrementi/ ma vanno perdendo denti guardano sgomenti i loro averi andare dritti nella spazzatura forse tutti quei favori/ quei suggerimenti/ erano solo una fregatura saranno contenti adesso/ che vanno a spasso per i bassifondi incontrando cantanti/ ballerini di liscio/ suonatori di contrabbasso sotto i ponti contrabbandieri soddisfatti/ venite signori!!! se ti sbatti per avere onori/ qui ci trovi quello che ti serve mazzi di fiori/ facciamo oscar per discreti attori ma fai attenzione!!!/ rischi che ti ammazzi lì fuori volano scorpioni/ sfrecciano slitte/ ti inseguono stregoni armati di moschetto i tuoi testi in mano agli ispettori in doppiopetto/ siamo alle strette il tempo batte/ con il rumore di uno scassa ossa/ passi sui sassi bisogna andare via da qui/ come scassinatori di casseforti scatta l’allarme/ la polizia arriva/ derubano una farmacia e storie così già da quando nacqui/ me lo canticchiavano sussurrando in un orecchio come sentire parlare le tarme/ allora non capivo/ poi non ricordavo ma alla fine ho compreso le trame/ è solo un trucco/ un inganno per l’occhio immagini/ magie/ aste per illusionisti regine/ regie/ treppiedi per teppisti tre piste/ tremori/ detriti e contrasti catrame/ clamori/ astronauti e disastri.
7.
TEMPI STRANI PER IL RAP È un colpo secco/ che arriva dritto al cuore in cielo lampi/ tuoni/ ma senza far rumore suoni investono la testa/ creano confusione frammentano paesaggi/ luoghi/ l’era della dispersione corpi invasi da cloni/ danni per chi vive anni di affanni/ bugie percussive crisi depressive/ frasi per chi scrive oro tra le mani/ ma molte ne restano prive quante prove attendono i nostri eroi teste che volano/ comprendono che non usciranno mai guarderanno il nuovo giorno da una cella buia cellophan intorno al collo/ in mano salsa di soia senza voglia di uscire di casa/ la paura ti ingoia ma tanto a quanto dicono/ la fuori è noia ne parlavano pure in televisione alberi diventano barili/ preparati per un’esplosione attenzione alle schegge/ qualcosa mi sfugge tensione alle stelle/ ho scritto una nuova legge l’applicazione però riguarda solo il modo ri rapportarsi con il suolo/ e con il suono sono/ giorni tutti uguali/ ma dipende da come li vedi come considerare gli spazi vuoti? la distanza tra… e quello che accade comunemente nelle strade di città travolti dagli orari/ fanno straordinari raccomando al mattino la lettura dei segni zodiacali sogni spettrali/ sonno agitato da spari nascono dubbi riguardo al fatto che siano veri ipotesi varie/ si raccontano storie dicono che sei diretto verso giuste traiettorie teorie in fondo/ come camminando nel fango un occhio bianco/ perso in giro per il mondo sono tempi strani per il rap sono tempi strani per il rap.
8.
E’ PREFERIBILE PERDERSI… Oggi ho perso il senso dello spazio crollano pareti/ rinchiuso dietro carta da parati strati di colla/ collane di cibi avariati/ mandate gli avvocati l’aria è appiccicosa/ le gambe affondano tra le sabbie mobili del pavimento di casa la situazione è confusa/ rettili dietro gabbie bambini si lanciano le bombe/ ma forse una è già esplosa sarà per queste particelle di fumo nero nelle mie narici sarà che mi ritrovo in mezzo ad alberi senza radici sarà perché piovono scintille/ o sarà perché sono tutti così felici come piatti di anguille ad una cena tra amici accendete le luci prego basta un tempietto fai da te/ o al limite anche quattro mura…com’è??? è un intrigo/ un complotto per alimentare la paura una cospirazione internazionale…ma resterò nel vago arrestato per vagabondaggio nutrito a carne cruda e barracuda/ pirati all’abbordaggio ma prima diamo spazio al sondaggio!!! cosa preferisce che le pruda? la natica destra o la testa nuda? primo premio un viaggio vi garantiamo l’acqua alla gola/ la merda fino al collo/ la puzza sotto al naso magari è pure il caso di mandare la domanda in carta da bollo a meno che tu non abbia il naso che cola scivola/ raggiunge posti lontani/ milioni di esseri umani manopole/ transistor/ campioni come esserlo? compila il modulo e occhio al prezzo riguardo a me no…/ tra un po’ mi alzo faccio un giro/ scrivo un pezzo.
9.
INDIGESTIONE IN GIAPPONE Ho contratto un debito con l’ossigeno sono ore che attraverso questo cunicolo labirinti intricati/ grate/ sarei grato se mi faceste uscire al più presto ma non c’è nessuno che mi ascolti in questo disastro ma com’è che mi ritrovo in questo incastro/ soprattutto dunque/ il fatto è che intorno alle cinque del pomeriggio sono solitamente distratto quel giorno forse più del solito quando tutto a un tratto vengo attratto dal ribollire del polipo e dal frusciare di un’ombra tra le piante di basilico mi fiondo verso la cucina/ con la velocità dell’effetto di un’aspirina tra l’altro inciampo nella spina/ e sbatto la faccia contro una pertica ma giusto in tempo per vedere che si allontana un tizio con tatuaggio da yakuza mi hanno fottuto la cena, cazzo!!! non sarà che cercavano quel foglietto con un nome ed un indirizzo? devo averlo messo in tasca scommetto che se gli dico che non l’ho letto quello non ci casca prendo la rincorsa sulla vasca esco fuori dalla finestra del bagno/ faccio surf nello stagno finisco sulla statua del cavallo che sembro Alessandro Magno prendo in prestito una Volkswagen noncurante del tipo all’interno che mangia un hamburger sfreccio per le strade come Schumacher “è una splendida giornata”/ annuncia alla radio lo speaker vedo i gangster su di un furgoncino/ si avvicinano una manovra e sono contromano incontro un nano e per poco non lo investo/ inverto sento le sirene della polizia/ invento un pretesto mi travesto da orsetto dei surgelati nascosto tra i folletto/ e dietro al bar a fare frullati penso di averli seminati ma dopo un po’ rispuntano fuori/ come fiori sradicati afferro un trapano/ faccio fori con fare indifferente srotolo tappeti/ tappo botti/ butto coriandoli tra la gente ma com’è che sono tutti festanti come ragazzini? oddio!!!/ io odio i grandi magazzini commesse sorridenti come i peggiori aguzzini evito accuratamente promozioni/ offerte/ e la sala del chill-out resto inerte tra le mani esperte dei cloni di Bill Gates rifiuto gentilmente depliant per il corso di relax rapido come un’omelette/ di me resta solo la silhouette quattro tagli col gillette/ e sono oltre le porte della toilette da lì alle fogne il passo è breve sposto un masso sotto la trave/ la situazione adesso è meno grave scivolo sul rigagnolo usando come remo un bamboo mi rendo conto che...forse…mi era andato di traverso il ragù.
10.
INCIDENTE ATOMICO ALLA BAIA DEGLI ORCHI Mi sveglio di colpo su di un kayak abbracciato ad un polpo con ancora indosso il frak e gli effetti del cognac rammento vagamente un tipo fatto a crack che tenta di vendermi un pacchetto vacanze in iraq poi esplode un sacchetto di arachidi/ un’invasione di aracnidi pacchi di ipocondria/ macchie di schizofrenia macchine cariche di gas per anestesia/ attacchi di tachicardia con conseguente boom dei pacemaker hanno indetto un concorso per killer basta spedire il curriculum/ per ricevere in omaggio una 44 magnum ed un paio di episodi da risolvere con un revolver poi è tutto un susseguirsi di colt sotto le giacche coltelli tra le chiappe/ sbattono le palpebre spilli tra le ciocche/ cianuro nelle brocche/ evito pozzanghere un senso di vertigine benvenuti nell’era dell’urina all’uranio un’aria di inquietudine si deposita lentamente sul mio cranio vado in cerca di solitudine/ mi estranio armi batteriologiche/ caricate a funghi allucinogeni/ si aprono voragini mi muovo con accortezza lungo i margini/ fumogeni pagine su pagine di indagini/ tra cani randagi e indigeni indigestione/ questa fitta vegetazione mi divora ora dopo ora/ tutta una generazione va in malora malaria/ manca l’aria profeti fanno predizioni/ gente che delira bande di predoni in preda all’ira personalmente/ inizio a concepire strane idee vedo orchi che coltivano orchidee orche conducono orchestre tra le maree un leggero tremolio alle finestre/ colpi di winchester dall’alto di balaustre/ scaricano balestre un sottile brusio scuote pilastri “venga ad allenare la nostra squadra mister” beh, credo di non essere all’altezza “quale cittadino illustre le abbiamo conferito il master” ho paura che parliate con certezza “la attendono per la cena con i ministri” per menù/ minestre salsicce sul barbecue/ verdure miste sulle piastre giro con scioltezza tra i presidenti delle varie industrie rubo un camion della munnezza diretto verso uno spiraglio di salvezza inseguito dalla sicurezza e con i paparazzi sul parabrezza.
11.
…CONTINUAVANO A CHIAMARLO RAP A quell’epoca là in mezzo c’eravamo noi/ svarionati forse per colpa di cibi avariati e svariati baci eroi mascherati/ ma schedati/ ma che dite? lacrime a fiumi/ crimini infami/ dadi truccati/ schiavi dei dati imbrigliati da schemi/ dimmi…/ com’è che ti chiami? / ricordi sfumati trasformati da pacche sulle spalle si avventano come sciacalli su bicchieri di cristallo diamanti/ mascelle di vetro frammenti di cuori ribelli disseminati su di un prato/ cervelli a brandelli sfrecciamo dirompenti come al rally/ dopodiché fratelli hanno sparato sporadici colpi sperandoci sopra/ disperandosi dopo spaventandosi del gioco e del fatto che qualcuno scopra ma il pronostico tanto atteso/ purtroppo/ non si è verificato qualcuno si è prostrato c’è stato qualche intoppo/ qualcuno a protestato subito coperto da uno strato di fitte sul costato costretto a rotolarsi sul filo spinato/ ma io sono un tipo ostinato e adesso/ mi ritrovo a fare il rap al piano-bar in un covo di galeotti/ alcolisti e vecchie star autisti reduci dalla Parigi-Dakar/ fans di Hurricane-Polimar dietro la porta una fila di esclusi dal Festivalbar in trans/ in transito in tram diretti in Madagascar maschere antigas/ colpi di clacson/ condom / condor bastardi in volo su Pearl Harbour.
12.
NEURO PER LA VITA Teste mozzate/ mazze ferrate/ mezze giornate tra masse agitate terre bruciate/ acque seccate/ liquami a secchiate per folle assetate facce segnate/ frecce appuntite/ puntate di serie infinite finite nel cesso come dischi per l’estate palle ammosciate/ pelli screpolate/ cibo avariato concesso a rate a genti affamate ho perso l’appetito/ l’udito/ la carta di identità e l’orologio nello sterco un sorso avvelenato/ l’occhio annebbiato/ la pubblicità dice che il mio futuro è incerto come suonando le congas in un terreno di fango/ nel quale lentamente si va a fondo eppure/ dicono che qui ci si diverte un mondo un pianeta sconosciuto/ la luna storta/ una linea distorta sullo sfondo purtroppo/ il prezzo adesso è doppio/ vite aggrappate ad un tronco viti nel corpo estratte con un piede di porco mani di scimmia/ braccia di polpo/ brodo di pinna di pescecane auto in panne/ sul bordo di un precipizio nel manto autostradale un taglio sul prepuzio/ un lamento registrato per il canto di natale il servizio di apertura al telegiornale sorrisi cordiali e barattoli di vaselina/ un labirinto di discorsi intellettuali un’onda anomala in Indocina/ indovina/ chi risolverà le tue crisi esistenziali? una carabina?/ una rapina?/ la follia assassina?/ visitatori astrali? una bobina con su le mie visioni tridimensionali è una lotta intestina/ con quello che ci danno da bere ogni mattina latte di mucca/ latte di capra/ latte di benzina dolori addominali/ curati con medicina made in cina mentre cerco di orientarmi tra le crepe di una cartina. Se sei stato bravo ecco quello che ti aspetta per premio sarai circonciso in diretta al circolo della freccetta tra birre alla spina/ spine nel cervello/ spinelli e porchetta/ banchetti e forchette riso e bacchette/ pollo e tabacco/ cin cin sotto al palco/ abbracci e boccette visi alterati e manette sui polsi in alto i gomiti/ vomiti in basso/ i nomi ti suonano falsi palmi aperti/ schioccano schiaffi botte d’asma/ spasmi/ fantasmi ci hanno rincorsi dita frantumano ossi/ scavano fossi/ trovano fossili tramutano massi in missili/ messe in muscoli gas e bossoli/ boss e crimini/ pus e microbi/ bis e applausi test atomici/ toast antibiotici/ frastuono nelle orecchie dei nostri simili mostri simili ci affollano la vista/ ci affondano su terra di conquista alimentano il delirio di un artista/ mentono sul destino di chi protesta il respiro si affanna dopo un giro di pista un capogiro/ un rigurgito/ mancanza di ossigeno attacchi di panico/ particelle di ossido/ per oggi evito in questo mare avido/ navigo/ seguo le stelle dubito/ di riuscire a rimanere lucido/ lucido da scarpe scorre dalle fontanelle giacche in finta pelle/ gnocche sulle passerelle in bocca ai coccodrilli/ abiti a brandelli/ venduti a blocchi sulle bancarelle culi zeppi di spilli/ indovinelli/ candele accese sotto le ascelle l’inquietudine sulle spalle/un’incudine sotto le palle/ la ghigliottina con le tapparelle bottiglie stappate verso l’ignoto/ promesse strappate con l’intrigo cuori in frigo/ menti sotto vuoto nella gola un ago/ sguardo cieco/ voce senza fiato vedo il traguardo ad un tiro di sputo/ poche bracciate in un mare di muco per una boccata d’aria/ da acquistare in lattine da un litro ma a momenti avrà inizio un nuovo ciclo e credo che resterò ancora per poco in questo buco chiuso/ tra monti di spazzatura e tramonti rosso fuoco.
13.
C’è TROPPO VENTO Signori/ che limite c’è da parte vostra? vi siete messi in mostra attratti dai piani alti dei grattacieli cuori infranti/ crollano muri/ affranti sul fondo dei mari in cerca di risposta mettendo radici nell’acqua/ cerchi nella sabbia/ vortici ma una leggera brezza vi sposta disperdendovi come coriandoli/ mani come tentacoli speranza aggrappata ad oracoli/ tempesta l’aria si appesta/ sole portaci luce/ suoni/ visioni di fantasmi/ cambia la vista cambia la vita/ cambia la vittima in un istante visione ampia/ una folla di gente un momento e sei solo/ ma è…solo mente mente distorta/ pareti/ finestra/ un foglio di carta inchiostro scorre nel corpo come sangue questo non è un luogo qualunque fiumi/ montagne / foresta pietra/ asfalto/ cemento/ c’è un fuoco da spegnere sulla tua testa ma io non vedo niente/ e si alzano cori di protesta apro la mia borsa strofe senza forma vengono fuori/ fuori da ogni norma la terra si sposta/ binari treni in corsa/ fotogrammi/ gioie/ drammi cavalcano l’onda come cresta ricordi/ rimorsi/ rimossi rivoluzione come un terrorista ingoiare una biglia incandescente è roba vostra allucinante/ allarmante un mondo va in festa/ un mondo si infesta mentre intanto tutto intorno il vento soffia senza sosta.
14.
I LUPI SONO BESTIE OSTINATE Il cielo è intermittente come un neon difettoso occhi scintillanti addosso/ umidità/ caldo afoso perso/confuso/ frasi senza senso/ notti che non riposo perplesso/ contuso/ graffi in tutto il corpo/ il cuore esploso un abisso sotto i piedi/ bocca spalancata/ denti aguzzi un tappeto di chiodi/ pelle screpolata/ lucidità a sprazzi un nodo in gola/ sbalzi/ alberi diventano palazzi la scuola dell’odio/ le convinzioni vanno in mille pezzi le previsioni dicono/ vento e tempo incerto le proiezioni mostrano/ che ciò che vedo al mondo inverto ho fatto del mio meglio/ e capisco che è tutto un sogno ma lo stesso non riesco ad evitare l’impatto su uno scoglio con i miei resti fanno un banchetto/ mi sveglio intatto/ mi tocco in petto cerco un contatto con la realtà/ ma non ho sensibilità al tatto ho estratto la spina dorsale/ come una vincita al lotto un dubbio che mi assale/ che sia già diventato matto sudo freddo/ febbre alta/ labbra gonfie/ vedo doppio sangue caldo/ pelle arsa/ fango denso come asfalto fianchi stretti/ artigli a morsa/tocco il fondo/ sabbia in bocca mangio bacche/ trancio assi/ lancio sassi/ prego l’osso sacro colpi al plesso/ spettri e cobra/ specchi rotti/ gabbie in vetro troppa rabbia/ vado indietro/ fuggo svelto nella nebbia sterco e pietra/ pesticidi/ nocche in faccia/ k.o. grotte scure/ bombe a strappo/ elettroshock corro/ ore ed ore ed ora non ho più fiato nuoto/ attraverso una palude/ forse sono già annegato alghe intorno alle caviglie/ il riflesso nell’acqua mi illude ombre tra rami e foglie/ la verità è un cerchio che si chiude piante e tronchi/ si trasformano in scheletri e carcasse storie e racconti/ feretri e comparse e adesso/ che la luce dell’alba mi indica che è già mattina scriverò interi brani sulla terra e sulla brina.
15.
INCENDIO ALLA PIANTAGIONE N°13 Nuoto tra i flussi di un tè alla menta sento me stesso che si lamenta/ come uno yeti nella tormenta mi lancio un salvagente/ gente/ qui si naviga in cattive acque ci spremono come vacche/ coccodrilli mordono le pacche cacciatori tentano di aumentare il numero delle tacche faccio una t.a.c./ probabilmente è danneggiato il clock annego i dispiaceri in uno stock/ di vini d.o.c. arrivo in fondo/ e di fronte al divino espongo i documenti tutto in regola/ ricevo pure i complimenti con il permesso di portare a compimento il viaggio con una zattera/ un remo/ e una tovaglia in omaggio offro un passaggio ai componenti della famiglia traghetto fin sull’altra sponda i concorrenti della mille miglia durante il tragitto si sbanda/ una cassa si sfonda una massa in protesta si fionda/ ci affronta/ si affonda procediamo a spinta seguendo l’onda ma in questo mondo è tutta una finta/ una partita vinta/ una parcella estinta addetti alle fotocopie che reclamano per una cappella dipinta la cartella è piena zeppa di nomi di artisti si riciclano dai fiaschi come trasformisti pur di vendere tanti dischi quanti Lucio Battisti dandosi toni da profeta come Giovanni Battista/ imprevisti fanno a gara per concedermi un’intervista cerco di mimetizzarmi tra gli alpinisti mi dicono “scelga una busta”/ e provano ad entrare come un cavallo di Troia qui rischio di perdere la testa come davanti al boia gli tiro in faccia una palla di cuoio e mi allontano salto il fosso con l’asta/ salgo sul primo treno a portata di mano entro in casa che è ancora buio/ cerco di fare piano mi ritrovo dove mi ero lasciato/ steso sul divano.
16.
VOLEVO ANDARE ALL’INFERNO…MA HO TROVATO CHIUSO Sono ore/ che il mio corpo si confonde tra le onde sonore una fonte di calore/ un bagno di sudore guadagno l’uscita con il batticuore perdo la muta in un battibecco con le suore ingaggio un conflitto con il torpore ma vengo sconfitto con disonore passano sogni/ come una rassegna di film dell’orrore rassegno le dimissioni/ dalla giuria per le elezioni di miss Italia in divisa da aviatore in cerca di missioni evitando il virus dell’aviaria/ guidando autobus in avaria mangiando cactus nell’ora d’aria/ cuscus nel sahara mi occupo io del bonus della finanziaria evidente/ c’è un’anomalia crisi di asfissia/ casi di follia suvvia/ qui si consiglia di restare in apnea dia, dia/ dia retta a me o le verrà la diarrea e non è solo un’idea mia/ ci sono statistiche/ somme di numeri/ carte strade colme di sterchi/ cimiteri di pentole e coperchi bisogna fare qualche acrobazia per evitare alterchi aprirsi varchi/ tra anarchici/ suonatori d’archi/ arcangeli sotto narcotici vandali per effetti alcolici/ perfetti sogni erotici al traguardo mi pagheranno in contanti con tanti antibiotici rimedi contro l’acidità/ rime per la lucidità tra luci di città/ tralicci carichi di elettricità al lavoro per la voracità/ vinca l’incapacità sulla testa una tempesta di pubblicità la folla si accalca alla roulette/ al black jack balla il cha cha cha/ il tip tap e all’improvviso fu…/ black out al night club il racconto si ferma al giorno di quel pic-nic dove capovolsi il ricordo del mio nickname poi mi rividi/ non rammento se/ un videoclip/ un bad trip quando confondono me/ con Johnny Depp/ Brad Pitt braccato da signore con l’ansia di muovere un po’ l’anca danzando su vecchie canzoni di Paul Anka le mie gambe rallentate dalla polenta o forse ero il protagonista di un documentario dove mi procuro un tamburo in pelle di canguro mentre piallo un muro allo scuro/ e distillo gocce di bromuro vado a caccia di uccelli del malaugurio curo acciacchi in laboratorio spengo cicche/ spingo vacche nel frastuono tingo giacche/ tengo a portata di mano il kimono vengo eletto santo patrono/ chiedo perdono ma non so più che ore sono.
17.
GLI SPIRITI NON POSSONO TROVARMI Questo rap scuote le anime/ come il vento muove gli alberi passa oltre le nuvole/ taglia il cielo come un fulmine raggi di luce giù come grandine/ sollevano onde proiettili scagliati da fionde proiettano immagini/ proteggo i miei occhi punture di insetti/ cani randagi grandi pianure/ alture/ paure di verdetti/ come di sfregi questo rap mi difende/ devo nutrirlo con il mio spirito estrarlo dalle rocce/ come Excalibur dall’acqua che bagna/ dall’aria che brucia/ dai ghiacci dell’artico dal magma incandescente/ dalle gocce di inchiostro dalle pietre delle case/ dalle crepe nel terreno/ dall’acciaio dalle facce spaventate/ dalle statue di cera/ dalle menti nell’oblio dalle storie che scorrono come fiumi in piena dalle macerie che crollano sulla nostra schiena questa mattina l’aria è serena/ il sole splende nel cielo illumina una scena che nessuno vede passi leggeri/ nascono suoni sulle strade ma dietro ogni angolo si nascondono insidie/ inganni/ invidie ogni singolo giorno è composto di nuove sfide ma l’ansia da competizione uccide incide i cuori come scalpelli sul marmo seduto su una zattera nel mare calmo dal solco più profondo fin sulla vetta dell’inferno il kaos della città esplorato palmo a palmo polmoni carichi di ossigeno canzoni che vibrano in bilico tra missioni di pace ed il panico milioni di oggetti vogliono attrarmi/ lampeggianti per distrarmi si accendono allarmi/ il fragore delle armi/ ma non ho motivo di fermarmi quando sono in questo luogo gli spiriti non possono trovarmi.

about

Domasan e Dj2Phast sono due artisti appartenenti al gruppo napoletano dei 13 Bastardi dal giorno della sua fondazione. Ma la loro collaborazione risale a tempi antecedenti, tra solchi di vinili esplorati, puntine consumate e campionatori spremuti.

L’unione di queste due menti visionarie ha dato forma a “I racconti del vinile infranto”. I racconti del vinile infranto è un trip cinematografico, un disco concepito come una serie di cortometraggi in musica. Ogni brano è una storia a se, surreali, oscure, psichedeliche; che alla fine si riuniscono a completare un mosaico tenuto assieme da frasi raccolte da diversi film (b-movie, polizieschi, asiatici, western, ecc…). Frasi che fanno da intro, outro o ritornello nei vari brani.

A completare il carattere cinematografico dell’opera è stato prodotto un video, girato da Rincen Caravacci (Tamari Soda), che è più corretto definire trailer, in quanto riproduce quello che può essere il classico trailer di presentazione di un film, con la differenza che in questo caso ad essere presentato è un disco.

Ed inoltre all’interno del disco è presente un poster che riproduce la copertina del disco in versione locandina da film.

I racconti del vinile infranto è uscito a maggio 2010 in doppio vinile con cd omaggio e poster all’interno. Prodotto e distribuito su etichetta Porci Comodi. Ufficio stampa Vincenzo Iuliano (Jet Pilder).

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Domasan and Dj2Phast are two artists belonging to the Neapolitan group of 13 Bastardi from the day of its foundation. But their collaboration dates back to times before, between grooves of vinyl explored, pins worn and samplers squeezed.

The union of these two visionary minds gave shape to "I Racconti Del Vinile Infranto". I Racconti Del Vinile Infranto is a cinematographic trip, a record designed as a series of short films in music. Each song is a story in itself, surreal, dark, psychedelic; that eventually come together to complete a mosaic held together by phrases gleaned from various films ( b -movie, detective, Asian, western, etc...). Phrases that make up the intro, outro or chorus in various songs.

To complete the cinematographic character of the work was filmed a video, shot by Rincen Caravacci ( Tamari Soda), which is more correct to define trailer, since it reproduces what can be the classic presentation trailer of a film, with the difference that in this case to be presented is a record.

And furthermore inside the disc there is a poster that reproduces the cover of the album similar a movie poster.

I Racconti Del Vinile Infranto was released in May 2010 with a double vinyl with free cd and poster inside. Produced and distributed on label Porci Comodi. Press Office Vincenzo Iuliano ( Jet Pilder ) .

credits

released May 13, 2010

All lyrics Domasan (except Astronauti sotterranei - Domasan, Joz; E' preferibile perdersi... - Domasan, Callister; ...Continuavano a chiamarlo rap - Domasan, Ekspo, Zin)

All music, scratch and mixing Dj2Phast

Recorded by Giuseppe Fontanella at Key-Lab Studio

Master by Enzo Rizzo at Soulfingers Mastering Studio

Cover and Trailer Riri Rincen Caravacci (Tamari Soda)

Logo Porci Comodi Zeka

with the blessing of:

Akira Kurosawa, Toshiro Mifune, Takashi Miike, Art Blakey, Bernard Tavernier, Dexter Gordon, Tsui Hark, Sidney Pollack, Don Cherry, Woody Allen, Duke Ellington, Charlie Mingus, Francesco Rosi, O.P.A., Don Sebesky, Sergio Sollima, Mandrill, Tonino Valeri, Henry Fonda, John Carpenter, Takeshi Kitano, Hajime Kaburagi, Tetsuya Watari, Masaru Sato, Art Ensemble of Chicago, Jackie Chan, Sammo Hung, Kinji Fukasaku, Seijun Suzuki, Monty Python, Bud Spencer, Terence Hill, Fernando Di Leo, Weather Report, Ennio Morricone, Roberto Carlos, Hannibal, Meiko Kaji.

and on frames of:

Yojimbo, Ozu, ‘Round Midnight, Trono di Sangue, The Blade, Yakuza, Rashomon, Gli uomini che camminavano sulla coda della tigre, Prendi i soldi e scappa, Confidence, Le mani sulla città, Città Violenta, I cattivi dormono in pace, Il mio nome è Nessuno, 1997 Fuga da New York, Boiling Point, Drunken Master, Wheels on meals, Tokyo Nagaremono, Dead or Alive 2, Battles without honour & humanity, E…ora qualcosa di completamente diverso, Project A, Lo chiamavano Trinità, Continuavano a chiamarlo Trinità, Papillon, La tigre ama la carne fresca, Paprika, Milano calibro 9, Detour, Essi vivono, L’ultimo uomo della terra, Corri uomo corri, UFO, La cosa da un altro mondo, Lady Snowblood, Perché Bodidharma è partito per l’oriente?

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Domasan Naples, Italy

Domasan inizia l'avventura nel mondo del rap con il gruppo napoletano dei 13 Bastardi.
Con questa formazione pubblica due dischi:
Troppo...ep (1998)
Persi nella giungla (2003)
accolti favorevolmente sia dalla critica che dagli appassionati.

Poi, l'inizio della carriera solista insieme a Dj2Phast, con il quale ha registrato "I racconti del vinile infranto" (2010).
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