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Un nome vale l'altro
01:43
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La grotta del drago blu
02:58
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LA GROTTA DEL DRAGO BLU
Ci siamo persi tra siepi piene di serpi
pioggia, tuoni e lampi/ luce in brevi spazi
cantiamo versi/ tra spine che bruciano i sensi
graffi, urti e crampi/ incuranti degli strappi
se ti aggrappi ai riflessi
occhi in frantumi sugli specchi/ sguardi perplessi
meglio che ti attrezzi
il viaggio è lungo ed i giorni sono freddi
trappole tra i piedi/ corde/ lacci
fossi intralciano passi/ in lotta come cani tra gli ossi
manicomi/ fanno la fila per entrarci/ pur di trovare rifugi
mani come antenne in cerca di appigli tra i ghiacci
manipolando immagini attraverso allucinogeni
vedi/ draghi sputati fuori da laghi
ascolti/ grida provenire da gole e crepacci/ ricordi vaghi
le forme assumono troppi aspetti/ troppo complessi
intrecciati come stragi
stregoni esperti agitano spettri
che uso fare delle proprie arti?
non distrarti/ potresti disfarti
facile abbandonarsi alla rabbia/ contrapporsi agli altri
colpi su colpi su corpi inerti allo scopo di importi
artigli come arpioni prendono al cuore come infarti
arterie ed articolazioni stanno per disintegrarsi.
Ci siamo persi/ tra monti e campi deserti
menti formate a stampi/ il cielo visto a sprazzi
cantiamo versi/ tra muri che si alzano immensi
volti sporchi e stanchi/ prima che il cuore scoppi
è il momento di raddoppiare i propri sforzi
troppi maestri dai quali è bene sottrarsi
immersi nel fango e i giorni sono caldi
ora si che si rischia di perdersi in oasi/ avere miraggi
prendere abbagli/ sconfitti dagli sbadigli
conflitti tramandati tra padri e figli
scorpioni e serpenti a sonagli
corpi arsi dalla sete stanno per disidratarsi/ indecisi sul da farsi
polveri all’amianto trasportate da venti
respiri incerti/ lamenti per attrarci
lamiere riflettono suoni assordanti
tra le macerie svettano bandiere a stracci
sventolano bandiere a scacchi
dopo il traguardo si avventano falchi/ svuotano teschi
piove cemento a blocchi/ respinti a calci
infondi vita in ciò che scrivi
grovigli di nastri/ frammenti di astri
superando foreste di rovi/ troveremo gemme tra rovine
labirinti e incastri/ scogli emersi
dimmi com’è quando ti svegli
signori/ abbiate cura di voi stessi.
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3. |
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LA SPADA CHE TAGLIA LE ILLUSIONI
Le frasi escono fuori a caso/ sono tempi di crisi
gambe bloccate tra i campi di riso/ cervello occupato da intrusi
crampi ai polpacci/ abiti a stracci/ abbracci confusi
lampi nel cielo/ pupazzi/ pagliacci/ luce per gli illusi
in questo business di appaltatori di paradisi
ampi spazi tra le mani/ coltivano pidocchi
fabbricano esseri umani già provvisti di paraocchi/ il manuale dei trucchi
quintali di pacchi mandati via posta/ la felicità in due schiocchi di frusta
maestri di scacchi venduti all’asta/ preti distratti privati dell’ostia
una cena a base di aragosta buttata via dalla finestra
penso a ciò che mi interessa/ compilo una lista
ma la carta resta vuota/ ho altro che mi gira per la testa
pensieri distorti/ percorsi contorti/ terreno impraticabile
luoghi deserti/ senza conforti/ veleno implacabile
freddo/ fango/ fame insaziabile
giacchio/ sabbia/ temperatura instabile
per il momento sono stanco/ sbando/ scanso macigni
canto/ mando braccia al largo in cerca di appigli
guardo imbrogli/ traccio segni/ straccio fogli
prendo impegni/ taglio legni/ scaglio pugni
cerco ciò che insegni/ inseguo spiragli in una sala polverosa
spegni tutto ce ne andiamo a casa/ ma come avrai capito la cosa è rischiosa
la giornata è afosa/ la folla è confusa/ la colla è già esplosa
la testa non riposa/ vibra come una molla tesa
molla la presa/ correggi l’intenzione
sotto l’influsso di sortilegi a ripetizione
brutti presagi/ flusso in dispersione
troppi messaggi ci hanno messo in agitazione
privilegi/ lussi/ vengono in cerca di benedizione
azione/ passione/ vibrazione/ illusione.
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4. |
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MIRAGGI SULLA VIA DELLA MUFFA
Questi sono i giorni in cui la terra trema
la testa rimbalza/ l’umore si sbalza
la vista si sdoppia/ l’udito mi scoppia
ma per il resto non c’è problema
non serve nascondersi dietro un capello come pidocchi
un cappio al collo/ rullo compressore sul midollo
sulla pelle segni come marche da bollo/ il sangue ribolle
continuiamo comunque a giocare a due tocchi
senza trucchi/ senza inganni/ corse senza affanni
rimorsi di trent’anni/ morsi dai malanni/ riflessi sugli specchi
infranti nell’incontro con un attaccapanni
le ginocchia tremano/ la colonna vertebrale scricchiola
incontreremo trabocchetti e trappole a grappoli/ aggrappati
a granchi e seppie/ a grandi scogli/ a fogli e penne
affondi inerme/ affronti inverni
inferni che ti squagli e mangi vermi
lanci allarmi/ saltano nervi/ spingi brogli/ crescono servi/ serpi
esche per i pescecani/ mosche intorno a manichini/ manicomi
strizzacervelli a mani colme/ caimani
cani mai sazi/ mai forti/ ormai vivi tra gli ozi/ tra gli orti
travolti dal destino e le sue sorti
tramortiti/ trafitti/ fatti a fette/ petti da infarti
spazi stretti per imboscarti
tagliagole/ sega arti/ spaccaossa
seppelliti e poi risorti dalla fossa/ dalla morsa
dalla corsa all’oro/ dalla farsa
dalla forza che si forma
dal respiro che si calma/ e il cuore batte nella norma.
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5. |
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L’ULTIMA TENTAZIONE DI NASAMOD
Sono casi gravi/ vago dentro casa senza meta
tasto le pareti in cerca di una via di uscita
premo tasti a caso sul telecomando
ma non c’è risposta e questa poltrona va allo sbando
compilo il bando di concorso ma non ricordo più per cosa
forse accordatore di cornamusa
esperto di alfabeto morse via internet
o addetto alle corse dei bigfoot in Tibet
chi a detto che…..?/ comunque quassù si gela
e mi hanno rubato la pila ed i calzoni di tela
mi metto in fila per portare le mie canzoni a Sanremo
ma dopo un po’ mi dicono che qui non c’è gremo
sale lo sconforto/ freno di fronte allo scomparto dei surgelati
affianco ai groove già usati ed alle scatole di porto
faccio scorta per un mese/ scarto contratti con le imprese
percorro percorsi contorti attraverso il paese
prenoto notti in un hotel
ma qui si nutrono solo con noci di cocco e cocktail
scendo al piano bar/ mi informo sulla musica/ mi dicono:
Cazzo!!! stiamo messi ben peggio di quanto pensassi
e per raggiungere i cessi/ bisogna camminare in equilibrio sulle assi
inoltre a breve trasmetteranno la messa via mms
no grazie! preferisco il corso di danza del ventre sulle punesse
mentre intanto tutto è sommerso da glassa e melassa ogm
sono scoppiate le dispense/ è andato in tilt il portatile ibm
sono ancora in tempo per uscire indenne
uso come liane i cavi delle antenne
trovo le chiavi di una cassetta di sicurezza sula parabrezza di un’auto
mi muovo con destrezza tra imprenditori in stato di ebbrezza e virtuosi del flauto
mi lascio alle spalle una coppia di sposi/ un gruppo di tifosi
mafiosi impegnati in lavori faticosi
rappresentanti di stereo difettosi/ pescatori di triglia
venditori di cimeli della grande muraglia
salpo con la prima nave per Barranquilla
metto su vinili nel dormiveglia.
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6. |
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ASTRONAUTI SOTTERRANEI
Ne conosco tanti/ arrivano piangenti come di fronte a tangenti per risparmiare un euro
si presentano come santi/ e dopo pochi istanti capisci che sono da rinchiudere
in una neuro
il denaro li ha fatti diventare matti/ la mancanza di oggetti li rende oppressi
muovono la testa a scatti/ inseguono i loro interessi / per il resto sono distratti
si nutrono di scarti/ parlano per escrementi
gioiscono con gli incrementi/ ma vanno perdendo denti
guardano sgomenti i loro averi andare dritti nella spazzatura
forse tutti quei favori/ quei suggerimenti/ erano solo una fregatura
saranno contenti adesso/ che vanno a spasso per i bassifondi
incontrando cantanti/ ballerini di liscio/ suonatori di contrabbasso sotto i ponti
contrabbandieri soddisfatti/ venite signori!!!
se ti sbatti per avere onori/ qui ci trovi quello che ti serve
mazzi di fiori/ facciamo oscar per discreti attori
ma fai attenzione!!!/ rischi che ti ammazzi lì fuori
volano scorpioni/ sfrecciano slitte/ ti inseguono stregoni armati di moschetto
i tuoi testi in mano agli ispettori in doppiopetto/ siamo alle strette
il tempo batte/ con il rumore di uno scassa ossa/ passi sui sassi
bisogna andare via da qui/ come scassinatori di casseforti
scatta l’allarme/ la polizia arriva/ derubano una farmacia e storie così
già da quando nacqui/ me lo canticchiavano sussurrando in un orecchio
come sentire parlare le tarme/ allora non capivo/ poi non ricordavo
ma alla fine ho compreso le trame/ è solo un trucco/ un inganno per l’occhio
immagini/ magie/ aste per illusionisti
regine/ regie/ treppiedi per teppisti
tre piste/ tremori/ detriti e contrasti
catrame/ clamori/ astronauti e disastri.
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7. |
Tempi strani per il rap
03:34
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TEMPI STRANI PER IL RAP
È un colpo secco/ che arriva dritto al cuore
in cielo lampi/ tuoni/ ma senza far rumore
suoni investono la testa/ creano confusione
frammentano paesaggi/ luoghi/ l’era della dispersione
corpi invasi da cloni/ danni per chi vive
anni di affanni/ bugie percussive
crisi depressive/ frasi per chi scrive
oro tra le mani/ ma molte ne restano prive
quante prove attendono i nostri eroi
teste che volano/ comprendono che non usciranno mai
guarderanno il nuovo giorno da una cella buia
cellophan intorno al collo/ in mano salsa di soia
senza voglia di uscire di casa/ la paura ti ingoia
ma tanto a quanto dicono/ la fuori è noia
ne parlavano pure in televisione
alberi diventano barili/ preparati per un’esplosione
attenzione alle schegge/ qualcosa mi sfugge
tensione alle stelle/ ho scritto una nuova legge
l’applicazione però riguarda solo
il modo ri rapportarsi con il suolo/ e con il suono
sono/ giorni tutti uguali/ ma dipende da come li vedi
come considerare gli spazi vuoti?
la distanza tra…
e quello che accade comunemente nelle strade di città
travolti dagli orari/ fanno straordinari
raccomando al mattino la lettura dei segni zodiacali
sogni spettrali/ sonno agitato da spari
nascono dubbi riguardo al fatto che siano veri
ipotesi varie/ si raccontano storie
dicono che sei diretto verso giuste traiettorie
teorie in fondo/ come camminando nel fango
un occhio bianco/ perso in giro per il mondo
sono tempi strani per il rap
sono tempi strani per il rap.
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8. |
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E’ PREFERIBILE PERDERSI…
Oggi ho perso il senso dello spazio
crollano pareti/ rinchiuso dietro carta da parati
strati di colla/ collane di cibi avariati/ mandate gli avvocati
l’aria è appiccicosa/ le gambe affondano tra le sabbie mobili del pavimento di casa
la situazione è confusa/ rettili dietro gabbie
bambini si lanciano le bombe/ ma forse una è già esplosa
sarà per queste particelle di fumo nero nelle mie narici
sarà che mi ritrovo in mezzo ad alberi senza radici
sarà perché piovono scintille/ o sarà perché sono tutti così felici
come piatti di anguille ad una cena tra amici
accendete le luci prego
basta un tempietto fai da te/ o al limite anche quattro mura…com’è???
è un intrigo/ un complotto per alimentare la paura
una cospirazione internazionale…ma resterò nel vago
arrestato per vagabondaggio
nutrito a carne cruda e barracuda/ pirati all’abbordaggio
ma prima diamo spazio al sondaggio!!!
cosa preferisce che le pruda? la natica destra o la testa nuda?
primo premio un viaggio
vi garantiamo l’acqua alla gola/ la merda fino al collo/ la puzza sotto al naso
magari è pure il caso di mandare la domanda in carta da bollo
a meno che tu non abbia il naso che cola
scivola/ raggiunge posti lontani/ milioni di esseri umani
manopole/ transistor/ campioni
come esserlo?
compila il modulo e occhio al prezzo
riguardo a me no…/ tra un po’ mi alzo
faccio un giro/ scrivo un pezzo.
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9. |
Indigestione in Giappone
04:38
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INDIGESTIONE IN GIAPPONE
Ho contratto un debito con l’ossigeno
sono ore che attraverso questo cunicolo
labirinti intricati/ grate/ sarei grato se mi faceste uscire al più presto
ma non c’è nessuno che mi ascolti in questo disastro
ma com’è che mi ritrovo in questo incastro/ soprattutto
dunque/ il fatto è che intorno alle cinque del pomeriggio sono solitamente distratto
quel giorno forse più del solito
quando tutto a un tratto vengo attratto dal ribollire del polipo
e dal frusciare di un’ombra tra le piante di basilico
mi fiondo verso la cucina/ con la velocità dell’effetto di un’aspirina
tra l’altro inciampo nella spina/ e sbatto la faccia contro una pertica
ma giusto in tempo per vedere che si allontana un tizio con tatuaggio da yakuza
mi hanno fottuto la cena, cazzo!!!
non sarà che cercavano quel foglietto con un nome ed un indirizzo?
devo averlo messo in tasca
scommetto che se gli dico che non l’ho letto quello non ci casca
prendo la rincorsa sulla vasca
esco fuori dalla finestra del bagno/ faccio surf nello stagno
finisco sulla statua del cavallo che sembro Alessandro Magno
prendo in prestito una Volkswagen
noncurante del tipo all’interno che mangia un hamburger
sfreccio per le strade come Schumacher
“è una splendida giornata”/ annuncia alla radio lo speaker
vedo i gangster su di un furgoncino/ si avvicinano
una manovra e sono contromano
incontro un nano e per poco non lo investo/ inverto
sento le sirene della polizia/ invento un pretesto
mi travesto da orsetto dei surgelati
nascosto tra i folletto/ e dietro al bar a fare frullati
penso di averli seminati
ma dopo un po’ rispuntano fuori/ come fiori sradicati
afferro un trapano/ faccio fori con fare indifferente
srotolo tappeti/ tappo botti/ butto coriandoli tra la gente
ma com’è che sono tutti festanti come ragazzini?
oddio!!!/ io odio i grandi magazzini
commesse sorridenti come i peggiori aguzzini
evito accuratamente promozioni/ offerte/ e la sala del chill-out
resto inerte tra le mani esperte dei cloni di Bill Gates
rifiuto gentilmente depliant per il corso di relax
rapido come un’omelette/ di me resta solo la silhouette
quattro tagli col gillette/ e sono oltre le porte della toilette
da lì alle fogne il passo è breve
sposto un masso sotto la trave/ la situazione adesso è meno grave
scivolo sul rigagnolo usando come remo un bamboo
mi rendo conto che...forse…mi era andato di traverso il ragù.
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10. |
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INCIDENTE ATOMICO ALLA BAIA DEGLI ORCHI
Mi sveglio di colpo su di un kayak
abbracciato ad un polpo con ancora indosso il frak e gli effetti del cognac
rammento vagamente un tipo fatto a crack
che tenta di vendermi un pacchetto vacanze in iraq
poi esplode un sacchetto di arachidi/ un’invasione di aracnidi
pacchi di ipocondria/ macchie di schizofrenia
macchine cariche di gas per anestesia/ attacchi di tachicardia
con conseguente boom dei pacemaker
hanno indetto un concorso per killer
basta spedire il curriculum/ per ricevere in omaggio una 44 magnum
ed un paio di episodi da risolvere con un revolver
poi è tutto un susseguirsi di colt sotto le giacche
coltelli tra le chiappe/ sbattono le palpebre
spilli tra le ciocche/ cianuro nelle brocche/ evito pozzanghere
un senso di vertigine
benvenuti nell’era dell’urina all’uranio
un’aria di inquietudine si deposita lentamente sul mio cranio
vado in cerca di solitudine/ mi estranio
armi batteriologiche/ caricate a funghi allucinogeni/ si aprono voragini
mi muovo con accortezza lungo i margini/ fumogeni
pagine su pagine di indagini/ tra cani randagi e indigeni
indigestione/ questa fitta vegetazione mi divora
ora dopo ora/ tutta una generazione va in malora
malaria/ manca l’aria
profeti fanno predizioni/ gente che delira
bande di predoni in preda all’ira
personalmente/ inizio a concepire strane idee
vedo orchi che coltivano orchidee
orche conducono orchestre tra le maree
un leggero tremolio alle finestre/ colpi di winchester
dall’alto di balaustre/ scaricano balestre
un sottile brusio scuote pilastri
“venga ad allenare la nostra squadra mister”
beh, credo di non essere all’altezza
“quale cittadino illustre le abbiamo conferito il master”
ho paura che parliate con certezza
“la attendono per la cena con i ministri”
per menù/ minestre
salsicce sul barbecue/ verdure miste sulle piastre
giro con scioltezza tra i presidenti delle varie industrie
rubo un camion della munnezza
diretto verso uno spiraglio di salvezza
inseguito dalla sicurezza
e con i paparazzi sul parabrezza.
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11. |
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…CONTINUAVANO A CHIAMARLO RAP
A quell’epoca là in mezzo c’eravamo noi/ svarionati
forse per colpa di cibi avariati e svariati baci
eroi mascherati/ ma schedati/ ma che dite?
lacrime a fiumi/ crimini infami/ dadi truccati/ schiavi dei dati
imbrigliati da schemi/ dimmi…/ com’è che ti chiami? / ricordi sfumati
trasformati da pacche sulle spalle
si avventano come sciacalli su bicchieri di cristallo
diamanti/ mascelle di vetro
frammenti di cuori ribelli disseminati su di un prato/ cervelli a brandelli
sfrecciamo dirompenti come al rally/ dopodiché fratelli
hanno sparato sporadici colpi sperandoci sopra/ disperandosi dopo
spaventandosi del gioco e del fatto che qualcuno scopra
ma il pronostico tanto atteso/ purtroppo/ non si è verificato
qualcuno si è prostrato
c’è stato qualche intoppo/ qualcuno a protestato
subito coperto da uno strato di fitte sul costato
costretto a rotolarsi sul filo spinato/ ma io sono un tipo ostinato
e adesso/ mi ritrovo a fare il rap al piano-bar
in un covo di galeotti/ alcolisti e vecchie star
autisti reduci dalla Parigi-Dakar/ fans di Hurricane-Polimar
dietro la porta una fila di esclusi dal Festivalbar
in trans/ in transito in tram diretti in Madagascar
maschere antigas/ colpi di clacson/ condom / condor
bastardi in volo su Pearl Harbour.
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12. |
Neuro per la vita
04:31
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NEURO PER LA VITA
Teste mozzate/ mazze ferrate/ mezze giornate tra masse agitate
terre bruciate/ acque seccate/ liquami a secchiate per folle assetate
facce segnate/ frecce appuntite/ puntate di serie infinite finite nel cesso
come dischi per l’estate
palle ammosciate/ pelli screpolate/ cibo avariato concesso a rate a genti affamate
ho perso l’appetito/ l’udito/ la carta di identità e l’orologio nello sterco
un sorso avvelenato/ l’occhio annebbiato/ la pubblicità dice che il mio futuro è incerto
come suonando le congas in un terreno di fango/ nel quale lentamente si va a fondo
eppure/ dicono che qui ci si diverte un mondo
un pianeta sconosciuto/ la luna storta/ una linea distorta sullo sfondo
purtroppo/ il prezzo adesso è doppio/ vite aggrappate ad un tronco
viti nel corpo estratte con un piede di porco
mani di scimmia/ braccia di polpo/ brodo di pinna di pescecane
auto in panne/ sul bordo di un precipizio nel manto autostradale
un taglio sul prepuzio/ un lamento registrato per il canto di natale
il servizio di apertura al telegiornale
sorrisi cordiali e barattoli di vaselina/ un labirinto di discorsi intellettuali
un’onda anomala in Indocina/ indovina/ chi risolverà le tue crisi esistenziali?
una carabina?/ una rapina?/ la follia assassina?/ visitatori astrali?
una bobina con su le mie visioni tridimensionali
è una lotta intestina/ con quello che ci danno da bere ogni mattina
latte di mucca/ latte di capra/ latte di benzina
dolori addominali/ curati con medicina made in cina
mentre cerco di orientarmi tra le crepe di una cartina.
Se sei stato bravo ecco quello che ti aspetta
per premio sarai circonciso in diretta al circolo della freccetta
tra birre alla spina/ spine nel cervello/ spinelli e porchetta/ banchetti e forchette
riso e bacchette/ pollo e tabacco/ cin cin sotto al palco/ abbracci e boccette
visi alterati e manette sui polsi
in alto i gomiti/ vomiti in basso/ i nomi ti suonano falsi
palmi aperti/ schioccano schiaffi
botte d’asma/ spasmi/ fantasmi ci hanno rincorsi
dita frantumano ossi/ scavano fossi/ trovano fossili
tramutano massi in missili/ messe in muscoli
gas e bossoli/ boss e crimini/ pus e microbi/ bis e applausi
test atomici/ toast antibiotici/ frastuono nelle orecchie dei nostri simili
mostri simili ci affollano la vista/ ci affondano su terra di conquista
alimentano il delirio di un artista/ mentono sul destino di chi protesta
il respiro si affanna dopo un giro di pista
un capogiro/ un rigurgito/ mancanza di ossigeno
attacchi di panico/ particelle di ossido/ per oggi evito
in questo mare avido/ navigo/ seguo le stelle
dubito/ di riuscire a rimanere lucido/ lucido da scarpe scorre dalle fontanelle
giacche in finta pelle/ gnocche sulle passerelle
in bocca ai coccodrilli/ abiti a brandelli/ venduti a blocchi sulle bancarelle
culi zeppi di spilli/ indovinelli/ candele accese sotto le ascelle
l’inquietudine sulle spalle/un’incudine sotto le palle/ la ghigliottina con le tapparelle
bottiglie stappate verso l’ignoto/ promesse strappate con l’intrigo
cuori in frigo/ menti sotto vuoto
nella gola un ago/ sguardo cieco/ voce senza fiato
vedo il traguardo ad un tiro di sputo/ poche bracciate in un mare di muco
per una boccata d’aria/ da acquistare in lattine da un litro
ma a momenti avrà inizio un nuovo ciclo
e credo che resterò ancora per poco in questo buco
chiuso/ tra monti di spazzatura e tramonti rosso fuoco.
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13. |
C'è troppo vento
02:00
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C’è TROPPO VENTO
Signori/ che limite c’è da parte vostra?
vi siete messi in mostra attratti dai piani alti dei grattacieli
cuori infranti/ crollano muri/ affranti
sul fondo dei mari in cerca di risposta
mettendo radici nell’acqua/ cerchi nella sabbia/ vortici
ma una leggera brezza vi sposta
disperdendovi come coriandoli/ mani come tentacoli
speranza aggrappata ad oracoli/ tempesta
l’aria si appesta/ sole
portaci luce/ suoni/ visioni di fantasmi/ cambia la vista
cambia la vita/ cambia la vittima in un istante
visione ampia/ una folla di gente
un momento e sei solo/ ma è…solo mente
mente distorta/ pareti/ finestra/ un foglio di carta
inchiostro scorre nel corpo come sangue
questo non è un luogo qualunque
fiumi/ montagne / foresta
pietra/ asfalto/ cemento/ c’è un fuoco da spegnere sulla tua testa
ma io non vedo niente/ e si alzano cori di protesta
apro la mia borsa
strofe senza forma vengono fuori/ fuori da ogni norma
la terra si sposta/ binari
treni in corsa/ fotogrammi/ gioie/ drammi
cavalcano l’onda come cresta
ricordi/ rimorsi/ rimossi
rivoluzione come un terrorista
ingoiare una biglia incandescente è roba vostra
allucinante/ allarmante
un mondo va in festa/ un mondo si infesta
mentre intanto tutto intorno il vento soffia senza sosta.
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14. |
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I LUPI SONO BESTIE OSTINATE
Il cielo è intermittente come un neon difettoso
occhi scintillanti addosso/ umidità/ caldo afoso
perso/confuso/ frasi senza senso/ notti che non riposo
perplesso/ contuso/ graffi in tutto il corpo/ il cuore esploso
un abisso sotto i piedi/ bocca spalancata/ denti aguzzi
un tappeto di chiodi/ pelle screpolata/ lucidità a sprazzi
un nodo in gola/ sbalzi/ alberi diventano palazzi
la scuola dell’odio/ le convinzioni vanno in mille pezzi
le previsioni dicono/ vento e tempo incerto
le proiezioni mostrano/ che ciò che vedo al mondo inverto
ho fatto del mio meglio/ e capisco che è tutto un sogno
ma lo stesso non riesco ad evitare l’impatto su uno scoglio
con i miei resti fanno un banchetto/ mi sveglio intatto/ mi tocco in petto
cerco un contatto con la realtà/ ma non ho sensibilità al tatto
ho estratto la spina dorsale/ come una vincita al lotto
un dubbio che mi assale/ che sia già diventato matto
sudo freddo/ febbre alta/ labbra gonfie/ vedo doppio
sangue caldo/ pelle arsa/ fango denso come asfalto
fianchi stretti/ artigli a morsa/tocco il fondo/ sabbia in bocca
mangio bacche/ trancio assi/ lancio sassi/ prego l’osso sacro
colpi al plesso/ spettri e cobra/ specchi rotti/ gabbie in vetro
troppa rabbia/ vado indietro/ fuggo svelto nella nebbia
sterco e pietra/ pesticidi/ nocche in faccia/ k.o.
grotte scure/ bombe a strappo/ elettroshock
corro/ ore ed ore ed ora non ho più fiato
nuoto/ attraverso una palude/ forse sono già annegato
alghe intorno alle caviglie/ il riflesso nell’acqua mi illude
ombre tra rami e foglie/ la verità è un cerchio che si chiude
piante e tronchi/ si trasformano in scheletri e carcasse
storie e racconti/ feretri e comparse
e adesso/ che la luce dell’alba mi indica che è già mattina
scriverò interi brani sulla terra e sulla brina.
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15. |
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INCENDIO ALLA PIANTAGIONE N°13
Nuoto tra i flussi di un tè alla menta
sento me stesso che si lamenta/ come uno yeti nella tormenta
mi lancio un salvagente/ gente/ qui si naviga in cattive acque
ci spremono come vacche/ coccodrilli mordono le pacche
cacciatori tentano di aumentare il numero delle tacche
faccio una t.a.c./ probabilmente è danneggiato il clock
annego i dispiaceri in uno stock/ di vini d.o.c.
arrivo in fondo/ e di fronte al divino espongo i documenti
tutto in regola/ ricevo pure i complimenti
con il permesso di portare a compimento il viaggio
con una zattera/ un remo/ e una tovaglia in omaggio
offro un passaggio ai componenti della famiglia
traghetto fin sull’altra sponda i concorrenti della mille miglia
durante il tragitto si sbanda/ una cassa si sfonda
una massa in protesta si fionda/ ci affronta/ si affonda
procediamo a spinta seguendo l’onda
ma in questo mondo è tutta una finta/ una partita vinta/ una parcella estinta
addetti alle fotocopie che reclamano per una cappella dipinta
la cartella è piena zeppa di nomi di artisti
si riciclano dai fiaschi come trasformisti
pur di vendere tanti dischi quanti Lucio Battisti
dandosi toni da profeta come Giovanni Battista/ imprevisti
fanno a gara per concedermi un’intervista
cerco di mimetizzarmi tra gli alpinisti
mi dicono “scelga una busta”/ e provano ad entrare come un cavallo di Troia
qui rischio di perdere la testa come davanti al boia
gli tiro in faccia una palla di cuoio e mi allontano
salto il fosso con l’asta/ salgo sul primo treno a portata di mano
entro in casa che è ancora buio/ cerco di fare piano
mi ritrovo dove mi ero lasciato/ steso sul divano.
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16. |
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VOLEVO ANDARE ALL’INFERNO…MA HO TROVATO CHIUSO
Sono ore/ che il mio corpo si confonde tra le onde sonore
una fonte di calore/ un bagno di sudore
guadagno l’uscita con il batticuore
perdo la muta in un battibecco con le suore
ingaggio un conflitto con il torpore
ma vengo sconfitto con disonore
passano sogni/ come una rassegna di film dell’orrore
rassegno le dimissioni/ dalla giuria per le elezioni di miss Italia
in divisa da aviatore in cerca di missioni
evitando il virus dell’aviaria/ guidando autobus in avaria
mangiando cactus nell’ora d’aria/ cuscus nel sahara
mi occupo io del bonus della finanziaria
evidente/ c’è un’anomalia
crisi di asfissia/ casi di follia
suvvia/ qui si consiglia di restare in apnea
dia, dia/ dia retta a me o le verrà la diarrea
e non è solo un’idea mia/ ci sono statistiche/ somme di numeri/ carte
strade colme di sterchi/ cimiteri di pentole e coperchi
bisogna fare qualche acrobazia per evitare alterchi
aprirsi varchi/ tra anarchici/ suonatori d’archi/ arcangeli sotto narcotici
vandali per effetti alcolici/ perfetti sogni erotici
al traguardo mi pagheranno in contanti con tanti antibiotici
rimedi contro l’acidità/ rime per la lucidità
tra luci di città/ tralicci carichi di elettricità
al lavoro per la voracità/ vinca l’incapacità
sulla testa una tempesta di pubblicità
la folla si accalca alla roulette/ al black jack
balla il cha cha cha/ il tip tap
e all’improvviso fu…/ black out al night club
il racconto si ferma al giorno di quel pic-nic
dove capovolsi il ricordo del mio nickname
poi mi rividi/ non rammento se/ un videoclip/ un bad trip
quando confondono me/ con Johnny Depp/ Brad Pitt
braccato da signore con l’ansia di muovere un po’ l’anca
danzando su vecchie canzoni di Paul Anka
le mie gambe rallentate dalla polenta
o forse ero il protagonista di un documentario
dove mi procuro un tamburo in pelle di canguro
mentre piallo un muro allo scuro/ e distillo gocce di bromuro
vado a caccia di uccelli del malaugurio
curo acciacchi in laboratorio
spengo cicche/ spingo vacche nel frastuono
tingo giacche/ tengo a portata di mano il kimono
vengo eletto santo patrono/ chiedo perdono
ma non so più che ore sono.
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17. |
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GLI SPIRITI NON POSSONO TROVARMI
Questo rap scuote le anime/ come il vento muove gli alberi
passa oltre le nuvole/ taglia il cielo come un fulmine
raggi di luce giù come grandine/ sollevano onde
proiettili scagliati da fionde
proiettano immagini/ proteggo i miei occhi
punture di insetti/ cani randagi
grandi pianure/ alture/ paure di verdetti/ come di sfregi
questo rap mi difende/ devo nutrirlo con il mio spirito
estrarlo dalle rocce/ come Excalibur
dall’acqua che bagna/ dall’aria che brucia/ dai ghiacci dell’artico
dal magma incandescente/ dalle gocce di inchiostro
dalle pietre delle case/ dalle crepe nel terreno/ dall’acciaio
dalle facce spaventate/ dalle statue di cera/ dalle menti nell’oblio
dalle storie che scorrono come fiumi in piena
dalle macerie che crollano sulla nostra schiena
questa mattina l’aria è serena/ il sole splende nel cielo
illumina una scena che nessuno vede
passi leggeri/ nascono suoni sulle strade
ma dietro ogni angolo si nascondono insidie/ inganni/ invidie
ogni singolo giorno è composto di nuove sfide
ma l’ansia da competizione uccide
incide i cuori come scalpelli sul marmo
seduto su una zattera nel mare calmo
dal solco più profondo fin sulla vetta dell’inferno
il kaos della città esplorato palmo a palmo
polmoni carichi di ossigeno
canzoni che vibrano in bilico tra missioni di pace ed il panico
milioni di oggetti vogliono attrarmi/ lampeggianti per distrarmi
si accendono allarmi/ il fragore delle armi/ ma non ho motivo di fermarmi
quando sono in questo luogo gli spiriti non possono trovarmi.
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Domasan Naples, Italy
Domasan inizia l'avventura nel mondo del rap con il gruppo napoletano dei 13 Bastardi.
Con questa
formazione pubblica due dischi:
Troppo...ep (1998)
Persi nella giungla (2003)
accolti favorevolmente sia dalla critica che dagli appassionati.
Poi, l'inizio della carriera solista insieme a Dj2Phast, con il quale ha registrato "I racconti del vinile infranto" (2010).
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